di Asia Pittalis
Definiti addirittura nemici, i due vengono considerati poli opposti. Per capire cosa si cela dietro a questo mistero bisogna tornare molto indietro nel tempo e ripercorrere un po’ di storia. Si parte dai tempi di Omero, tramite la sua Odissea ci parla di Nausica, una donna che si diverte insieme a delle coetanee. Il loro gioco venne paragonato ai giochi minori EREI (dedicati ad Era). Rimanendo sempre nel mondo greco si passa a Sparta e ad Atene. La prima per le pratiche atletiche mentre la seconda per la danza. Questo viene considerato il primo vero approccio tra le donne e lo sport. Con un grande salto temporale si passa all’ottocento Italiano, periodo in cui nascerà la prima scuola per ginnastica femminile, ideata a solo scopo educativo.

Successivamente durante il periodo Fascista lo sport è diventato un valore (anche per le donne).Vediamo quindi la presenza delle donne alle olimpiadi ma soprattutto Trebisonda Valla, detta anche ONDINA, fu la prima donna italiana a vincere una medaglia d’oro alle olimpiadi del 1936.

Arriviamo poi ai giorni nostri dove è possibile notare alcune differenze come la presenza pubblica delle donne in sport come il tennis, la pallavolo e il calcio.


Oggi si può finalmente dire che, a differenza del passato, le donne sono perfettamente integrate nello sport.


