Orlan e la trasformazione dell’identità

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di Alice Brigante

ORLAN, nome di battesimo Mireille Suzanne Francette Porte, è un artista contemporanea francese nata nel 1947 che lavora nel campo delle multimedia e della performance art.
Da sempre utilizza numerosi medium differenti: la pittura, la scultura, la fotografia, la poesia, la scrittura… La particolarità di ORLAN risiede però nell’uso che fa della propria immagine e del proprio corpo, (in qualche modo paragonabile agli autoritratti di Cindy Sherman) fin dai lavori del suo primo periodo, considerati già molto scandalosi e che causarono la sua espulsione dall’Accademia di Belle Arti di Lione. Un esempio è “Le Baiser de l’Artiste”. Nell’opera l’artista, nascosta dietro una sorta di slot- machine che presenta una foto a grandezza naturale del suo busto, bacia chiunque inserisca all’interno dell’apposita fessura cinque franchi.

Il lavoro di ORLAN è cosciente del periodo in cui vive, ma è anche indipendente; così nell’ ‘89 scrive il manifesto dell’Art Carnal, il movimento di cui è maggiore rappresentante e fondatrice. Questa corrente si basa sull’autoritratto nel senso classico, ma tramite i mezzi della tecnologia moderna; oscilla tra defigurazione e rifigurazione: il corpo diventa un “ready-made modificato”. Il movimento si differenzia dalla Body Art perché non concepisce il dolore come mezzo per la redenzione o per la purificazione.
L’Arte Carnale non solo coinvolge la chirurgia, ma si interessa anche agli sviluppi della medicina e della biologia che si interrogano sullo stato del corpo umano, ponendo interrogativi etici.
ORLAN conclude il manfesto con un chiarimento: l’Art Carnal non è contro la chirugira estetica, ma contro gli standard che su cui si fonda, specificatamente quelli in relazione al corpo femminile, ma anche quelli del corpo maschile.
È la prima artista a usare la chriurgia plastica come medium artistico, in un contesto differente da quello per cui è stata creata; con le sue stesse parole: “non per apparire più giovane secondo gli standard di bellezza già definiti. Io voglio rompere gli standard della bellezza”. Ne fa impiego per la prima volta nel 1991 e continuerà a farne utilizzo in varie performance fino a “Omniprésence” del ‘93.

In questo ciclo di opere in ORLAN si rende oggetto di operazioni chirurgiche che modificano il suo aspetto, riprende le fasi mediche in video e conserva i resti delle operazioni, inserendoli in appositi contenitori che lei chiama “reliquiari”; durante il tutto l’artista parla con l’audiece, vengono lette poesie e ascoltata musica.
Una di queste performance, “The reincarnation of Saint Orlan” comprendeva una serie di operazioni tramite cui l’artista ha cercato di avvicinare il suo aspetto a quello di celebri dipinti e sculture, prendendo ad esempio il mento della Venere di Botticelli, il naso della Diana di Francois Boucher e altre caratteristiche da rappresentazioni di celebri figure di bellezza femminile.
Questi modelli furono scelti da Orlan non solo per i loro attributi fisici ma anche per i loro significati mitici e simbolici. Per concludere questo suo “collage” di attributi che formano il suo volto, nella molto publicizzata e già menzionata “Omniprésence”, si fa impiantare all’altezza delle tempie protesi solitamente installate sugli zigomi per imitare il sopracciglio leggermente protuberante della Mona Lisa di Leonardo. Il risultato è molto più evidente del lavoro a cui si ispira e le dona i cornini che poi diverranno un suo simbolo.
ORLAN mostra come la donna perfetta secondo l’ideale machile, prendendo varie caratteristiche considerate l’apice della bellezza è in realtà tutt’altro che graziosa o, quanto meno, ha un aspetto curioso.
Dopo questa serie di performance, ORLAN continuerà comunque a lavorare con la sua immagine, la sua identità e incroci di fattezze: si trasforma secondo gli standard di bellezza esterni all’Eurpora, nelle “Self- hybridizations” (1984-2008) e riflette sul rapporto del corpo con la tecnologia e la robotica con “ORLAN- OÏDE” (2018), un robot che riprende il suo volto e, con la sua voce, è in grado di interagire con lo spettatore.

ORLAN, dall’inizio della sua carriera a ora, continua a proporre visioni interessanti e inspettate ricavate dai temi dell’ibrido, dell’identità e della metamorfosi, andando al passo con le tecnologie che avanzano.

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One thought on “Orlan e la trasformazione dell’identità

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