CHIACCHIERE NON PACIFICHE: Discriminazione a scuola

6 0
Read Time:7 Minute, 21 Second

A cura di Chiara Flore e Francesca Peveri

“Mi ritengo fortunata che magari c’è stato un minimo di comprensione, però ci sono stati vari episodi: non una volta, ma ripetuti giorni c’era sempre quella robina. Sia dalla prima, che non ero ancora out come ragazza trans, fino alla quinta. Magari all’inizio sentivo che mi dicevano “r*****one” o “f****o” nei corridoi e non me importava nulla. Poi è cominciata la quarta, dove ho fatto coming out a tutti quanti, ed è da lì che ho iniziato a chiedere ai prof di chiamarmi M.

Ce n’erano alcuni che mi comprendevano e mi supportavano, invece altri che facevano fatica. Queste persone sono le stesse che, se incontrano un cane per strada ed urlano “ma che carino!” capendo di aver sbagliato e si ricordano, mentre con una persona che può provare sentimenti non ci riescono.

C’è stato questo episodio specifico con la prof.ssa S.

Era una vetta da scalare: dovevo per forza ripeterlo e ricordarglielo ogni tre secondi e, nonostante ciò, non ci metteva un minimo di impegno.

Eravamo in classe e ci stava restituendo delle verifiche, mi chiama alla cattedra e mi spiega i miei errori riferendosi alla classe parlando di me al maschile. Io, dopo aver visto che continuava a misgenderarmi continuamente, le chiedo di riferirsi a me al femminile. Lei, interrompendomi, inizia a dire che siamo tutti uguali e che non esiste il genere. Lì, due mie compagne di classe, mi hanno difeso litigando con la prof. Mi sono sentita molto in imbarazzo e sono scoppiata a piangere e sono uscita dalla classe. Poi, sono tornata dalla prof S. perché voleva pormi le sue scuse: si vedeva che non era sincera ed ha fatto la vittima.

Da quel momento in poi, nonostante per me la discussione fosse chiusa, ha iniziato a misgenderare apposta i miei compagni di classe… dal nulla. Credeva che questo suo comportamento potesse aggiustare tutto.

Con loro c’era riuscita a cambiare i pronomi, con me no.”

Questa era la testimonianza di M. C., una ex alunna del Cassinari. Abbiamo deciso che è ora di far sentire le nostre voci, partendo da una persona che ha vissuto tutto ciò sulla sua pelle.

Ci rendiamo conto che sia un argomento abbastanza doloroso per alcuni di noi studenti, ma vi chiediamo di lasciarci la vostra esperienza per poter denunciare tutti gli episodi di discriminazione all’interno del nostro istituto, oppure semplicemente per ricordarci che non siamo soli.

Grafico delle risposte di Moduli. Titolo della domanda: Hai mai subito discriminazioni di qualsiasi tipo all'interno del nostro istituto? (sia da parte dei professori, che degli alunni). Numero di risposte: 21 risposte.

Raccontaci la tua esperienza.

“Nonostante abbia sentito molte persone parlare di situazioni sgradevoli accadute con professori, io l’ho provato sulla mia pelle da parte dei miei coetanei. Da persona non binaria dichiarata da anni, tutti sanno che preferisco che si riferiscano a me al maschile. Un mio compagno di classe per un lungo periodo di tempo ha continuato a correggermi mentre parlavo, riferendosi a me al femminile.”

“Nella mia classe siamo due persone trans e i miei pronomi non vengono mai rispettati e spesso utilizzano il deadname, mentre dell’altra persona rispettano tutto.”

“La mia esperienza si limita a battute di cattivo gusto e a qualche risatina alle spalle ma nulla di serio.”

“Ho fatto coming out a settembre di quest’anno, solo nella mia classe e a qualche prof. Fatto sta che nonostante io abbia insistito soprattutto ai compagni, loro comunque mi chiamano con il deadname ed usano pronomi femminili, solo un compagno forse due ci provano ma gli altri zero e quando mi scrivono in privato magicamente usano il nome e pronomi corretti. Ma non importa molto, mi è successa una cosa proprio prima delle vacanze che ancora non riesco a digerire. In breve queste due ragazze all’intervallo mi chiamano per il deadname ma io non l’avevo mai detto a loro e non avevamo amici in comune. Infatti mi ero incazzato e averlo parlato con loro ma non ho risolto nulla, dato che mi hanno detto che era stata una prof a dire loro il mio deadname. Invece ho sentito da una loro compagna che erano loro a chiedere informazioni di me alla prof in questione e che mi ha misgenderato apposta perché “l’ho insultata e trattata di merda dal vivo” quando non ci eravamo mai parlati dal vivo. Fatto sta che mi aveva dato molto fastidio come aveva fatto di tutto per scoprire il mio deadname ed usarlo contro di me.”

“Più che discriminata , non hanno mai cercato di capirmi , due anni fa sono entrata in un tunnel che pian piano che passava il tempo diventata sempre più buio , non stavo mai bene , non stavo bene per davvero , non riuscivo più ad entrare a scuola per le mie ansie , avevo paura , e tutt’ora un po’ c’è l’ho a volte . Ho dovuto portare molti certificati per far capire alle mie professoresse che la mia non fosse mancanza di voglia , ma qualcos’altro di più grave . Alcuni mi hanno capito , altri si sforzavano di mostrarsi carini ma con pochi risultati. Alla fine tutt’ora pur avendo il BES mi trattano come se fossi una nulla facente , facendo anche battute poco carine in classe ; Una mia professoressa una volta , dopo tanto che non venivo a scuola , ripeto non per mancanza di voglia , ma per problemi seri , se ne è uscita con “pensavo ti fossi ritirata ” questo non ha di certo aumentato la mia voglia di rimanere a scuola , e sono andata in bagno a piangere. Un altra volta con un altra professoressa mi sono spaccata il culo per finire un lavoro che i miei compagni hanno fatto in 6 ore in 2, mi venne detto comunque di averlo fatto alla cavolo , nonostante io mi fossi impegnata perché se no alla fine delle ore la prof mi avrebbe messo un insufficienza. Avrei un sacco di cose da raccontare ma sono davvero troppe e alcune anche un po’ troppo brutte e tristi.”

“Nel mio caso diciamo che sono discriminazioni estetiche. A volte alcuni mi prendono un po’ in giro per il mio essere basso, i miei capelli lunghi o il modo in cui cammino. Non mi dicono queste cose in faccia ma sento che ne parlano con i loro gruppetti durante l’intervallo. Fortunatamente non sono miei compagni di classe. Alcune persone amiche mi dicono che effettivamente incuto un po’ di timore dal modo in cui cammino. Ultimamente due ragazze mi seguono nei corridoi dicendo di amarmi o che sono bello ma è evidente che tutto questo sia solo un modo per darmi fastidio. Ci sono state volte dove mi stuzzicavano tirandomi i capelli o toccandomi senza il mio consenso. Nonostante tutto io riesco ad ignorare e a proseguire verso la mia strada. In confronto ad altri problemi penso che le mie esperienze non siano di grande rilevanza. Comunque voglio dire che secondo me a noi studenti manca il senso di empatia e rispetto verso le altre persone. E’ molto facile vedere il lato esterno rispetto a quello interno e anche se una persona può essere buona per qualche motivo deve fare i conti con dei pregiudizi maledetti.”

Secondo te, cosa potrebbe fare la scuola per diminuire questi episodi?

Chiamare un qualche esperto a parlare.”

“parlare di più riguardo queste cose, informarsi e soprattutto rispettare!!! ci sono tante persone che a casa non vengono rispettate, fa molto male sapere di apparire divertente e non essere creduto.”

“Provvedimenti disciplinari (per esempio delle note a chi discrimina)”

“Semplicemente accettare che qualcuno si identifichi in qualcosa che non gli è stato assegnato alla nascita ed essere rispettoso nei suoi confronti, anche se lo si conosce poco.”

“parlate con i professori , alcuni di loro devono cambiare il metodo.”

“Penso che la nostra scuola possa in realtà vantare un’atmosfera piuttosto accogliente, gli episodi di emarginazione e/o discriminazione cui ho assistito si possono contare sulle dita di una mano, tutti perpetrati poi da persone superficiali ed immature. Temo che la scuola possa fare ben poco per sradicare idee becere da persone i cui atteggiamenti trovano origine fuori dall’ambiente scolastico (soprattutto parlando della discriminazioni messa in atto da studenti verso altri studenti).”

“Ritornando ad educare.”

“svegliarsi non è difficile.”

“assumere dei ca**o di professori decenti. non è possibile che assumano solo gente che ti fa sentire una m**da e farti venir voglia di non andare a scuola.”

“Non ne ho idea. Forse cercando di sensibilizzare in qualche modo ma non so di preciso come.”

“Non ignorare questi episodi e non far finta di non vedere. Non proteggere un docente solo perché sono colleghi e perché sono adulti che dobbiamo rispettare.”

“A me sinceramente non frega un cazzo e se ci sono alcuni che fanno parte della lgbtq+plus 4k 65pollici non vogliono sentirsi ridicolizzati dai prof o da studenti non devono rompere il cazzo sul fatto che io per esempio do del lei a una ragazza trans e non mi deve rompere i coglioni dicendomi di dargli del tu.”

Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
100 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *