di Chiara Rossi e Sara Meli
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I poeti fanno della parola libera la propria arte, come fare quando essa viene negata?
La poesia, veicolo di messaggi di pace e di forti denunce, è oggi oggetto di grande censura da parte del governo russo e chi se ne fa portavoce rischia talvolta anche la vita pur di non essere messo a tacere.
Julia Pikalova, poetessa e pianista nata e vissuta in Russia, ora residente in Italia nei pressi del Lago di Como, ci ha raccontato la sua esperienza e quella di tanti altri suoi colleghi.
Quali sono i suoi rapporti con la Russia oggi?
La mia famiglia e i miei amici sono in Russia, ma ho anche molti amici in Ucraina, a Kiev, Odessa, Kharkov, Donetsk… È molto doloroso per me vedere come un Paese venga distrutto e un altro venga isolato; ogni giorno seguo con dolore le notizie di entrambe le parti, questa situazione è stressante per tutti. Spero che questa tragedia, scatenata dal governo del mio Paese, finisca il prima possibile.
Ha ancora contatti con artisti che si trovano in Russia attualmente? Come si stanno comportando?
Si, sono in contatto con molti artisti russi, la società è divisa, tutte le persone nella mia cerchia si oppongono all’aggressione militare e ne chiedono la fine, firmano lettere di protesta e scendono in piazza. Il direttore d’orchestra Ivan Velikanov, recentemente, ha rivolto al pubblico un appello per la pace prima di uno spettacolo; ha eseguito un frammento dell’inno alla gioia di Beethoven (l’inno europeo) e per questo è stato sospeso dalla direzione del più importante festival teatrale russo a Mosca. Ci sono persone che trovano giustificazioni per le azioni di Putin, la maggior parte di loro crede che la Russia sia impegnata in un’azione di salvataggio io le chiamerei vittime della propaganda. Molti russi invece temono giustamente una nuova “cortina di ferro” e una maggiore repressione interna. Diversi artisti che conosco hanno recentemente lasciato il paese. È difficile dire quante persone in totale abbiano abbandonato la Russia, ovviamente meno dei rifugiati ucraini, ma il numero arriva a decine di migliaia. Secondo Anton Barbashin, direttore editoriale del giornale Riddle Russia, già 300.000 persone avrebbero lasciato il paese [n. d. r.]. Spero che possa arrivare la pace al più presto, e che le persone possano tornare nelle loro case.
In Russia ha mai subito censura, rischiato di subirne o non ha pubblicato opere, musica, poesie per paura di ritorsioni?
Alcune delle mie poesie le posso inviare solo a riviste di letteratura russa pubblicata all’estero, ad esempio a Novyj Svet (“nuovo mondo” , “nuova luce” ) in Canada, o a Continent negli Stati Uniti. Ci sono poesie che pubblico solo sulla mia pagina Facebook, ma ora in Russia non vi si può più accedere liberamente se non tramite VPN, ma non tutti sanno come fare. Per ora possiamo scrivere “apertamente” sulle nostre pagine social, ma si rischia di essere perseguitati e puniti.
Quindi è praticamente impossibile fare poesia politica in Russia attualmente?
Si può, ma non si può pubblicare ufficialmente, bisogna essere molto attenti per non menzionare qualcosa che è proibito. Ad esempio secondo la nuova legge, non si può dire “guerra” in relazione alle azioni della Russia in Ucraina, è consentita solo “operazione speciale”. Si cercano i modi per superare questo ostacolo usando il linguaggio della metafora. Di recente, due importanti media indipendenti Dozhd ed Ekho Moskvy, sono stati chiusi. Rimane ancora Novaya Gazeta; (il suo editore Dmitrij Muratov ha ricevuto il premio Nobel per la pace l’anno scorso). Il sito dice che il giornale continua a funzionare anche se è stato costretto a rimuovere un certo numero di materiale. Dmitrij Bykov, scrittore e poeta sopravvissuto all’avvelenamento da novichok nel 2018 (lo stesso veleno dell’oppositore Navalny), pubblica ancora poesie collegate alla situazione politica attuale, talvolta con il pretesto di trasporre traduzioni. Sfortunatamente non c’è più libertà di parola in Russia, ma la gente continua a parlare, nonostante il rischio di essere licenziata, molestata, imprigionata. I poeti scrivono ancora.
Cosa l’ha portata a vivere in Italia?
Ho sempre amato l’Italia, anche ai tempi della Cortina di ferro le vostre canzoni sono penetrate fino a noi, per non parlare della grande cultura, opera, pittura, architettura. Allora non potevo neanche sognare di visitare l’Italia, ma la Cortina di ferro crollò e nei primi anni ‘90 ebbe luogo il mio primo viaggio cui ne seguirono tanti altri. Circa 15 anni fa avevo un progetto a Milano, un giorno ho chiesto alla mia squadra locale che luogo potessi visitare in giornata e hanno risposto “Lago di Como”. Appena ho visto il lago sono rimasta incantata e questo incanto è cresciuto mentre guidavo verso il paese; era una sensazione molto strana e piacevole di riconoscimento. Ho viaggiato molto, anche in Italia, ma era la prima volta nella mia vita che sentivo davvero di appartenere ad un luogo, qualcosa di incomprensibile e magico. Così 10 anni dopo ho acquistato qui una casa per le vacanze che gradualmente è diventata la mia dimora permanente; non posso più separarmi dal Lago. Lui è un amico per me, lo amo come persona ed è una grande fonte di ispirazione, molti dei miei componimenti sono dedicati ad esso e anche il libro con le traduzioni delle mie poesie Camminare sull’acqua è ispirato al Lago. Inoltre gli italiani sono veramente amichevoli e penso di avere una mentalità molto affine. Dicono che dopo essersi trasferiti in un altro paese le sue carenze diventino visibili, ma dopo essermi trasferita in Italia mi sono innamorata ogni giorno di più e sembra che anche l’Italia cominci ad amarmi.
A proposito di bellezza abbiamo citato Dostoevskij che afferma “la bellezza salverà il mondo”, lei cosa ne pensa ?
In una mia poesia dico che il mondo deve salvare la bellezza, altrimenti niente lo salverà. Preservando la bellezza essa salverà il mondo proprio per questo esso deve prendersene cura.
Leggendo le sue poesie abbiamo visto che fa molte citazioni legate all’arte che relazione vede lei tra pittura, poesia, musica, o in generale le arti?
Per me le arti sono molto interconnesse, si nutrono della stessa fonte, soprattutto musica e poesia. Possiamo chiamare un brano poetico e una poesia musicale. La musica e la poesia spesso condividono la struttura, ad esempio introduzione, sviluppo, culmine… Poi c’è un aspetto fonetico, il suono della lingua mi aiuta davvero a scrivere, spesso mi suggerisce dove andare, perché di solito quando inizio una poesia non ho idea di dove mi porterà, ogni volta è un’avventura. In effetti il suono è il più difficile da riprodurre nella traduzione, ad esempio nella mia poesia su Rachmaninov (compositore, pianista, direttore d’orchestra russo), uso molto i suoni potenti “ra” impossibili da riprodurre in qualsiasi altra lingua. Viceversa la mia poesia mi aiuta a suonare il pianoforte. A volte eseguendo un certo brano, “suono” – se così si può dire – una delle mie poesie, o meglio interpreto le emozioni che hanno portato alla loro scrittura. Ho anche formato un tandem con un artista, scultore, grafico, di Mosca, Alexander Kostin (nato e cresciuto in Ucraina tra Donetsk e Kiev), che ha creato oltre 40 incisioni ispirate alle mie poesie, alcune delle quali sono state incluse nel mio libro. Alexander non crea illustrazioni, ma trasmette immagini strappate al subconscio durante un viaggio nel mondo della poesia, trasmette qualcosa che esisteva forse anche prima della stesura del poema, parte del suo impulso iniziale. A settembre, vicino a Vicenza nella villa Thiene, che è patrimonio UNESCO ha avuto luogo una performance messa in scena dal compositore Giorgio Bernabò basata sulle mie poesie, recitate da Franca Grimaldi, unendo ad esse la musica dal vivo e una coreografia eseguita da Lorienne Beals. Una vera sintesi delle arti.
Perché proprio il pianoforte come strumento?
Da bambina ho studiato in un’ordinaria scuola di musica, c’è stata una pausa per un quarto di secolo e poi 8 anni fa, si è riacceso il mio interesse per lo studio musicale, era difficile conciliarlo con il lavoro, tuttavia pian piano la musica ha sostituito la meditazione cambiando completamente le mie giornate. Quando mi sono trasferita in italia per una coincidenza ho trovato l’associazione “Pianolink” che permette a pianisti amatoriali, come me, di esibirsi con un’orchestra sinfonica professionale. Non avrei mai pensato di poterlo fare, ma l’Italia è una terra d’arte e in essa tutto è possibile. A giugno spero di suonare il Terzo Concerto di Beethoven. Beethoven è un compositore molto speciale per me, mi da molta forza e coraggio, gli ho dedicato tre poesie, una delle quali è stata tradotta in un cortometraggio. Penso che lui sia particolarmente rilevante ai nostri tempi, rafforza notevolmente lo spirito, dona resistenza e luce. Anche lui ha vissuto un’invasione, quella delle truppe Napoleoniche a Vienna, ha scritto nelle sue lettere di distruzione e rovina.
Tornando nell’ambito delle traduzioni che abbiamo già citato prima, i suoni non vengono sempre riprodotti nel modo corretto, cosa si perde e cosa si guadagna, secondo lei nelle traduzioni delle sue poesie in italiano?
Sono molto fortunata perchè sono stata tradotta da un allievo di Angelo Maria Ripellino, Paolo Statuti, colui che ha tradotto tutti i nostri classici, da Pushkin a Pasternak. Paolo cerca di trasmettere sia il contenuto che la forma inclusi il ritmo e le rime, elementi di rado presi in considerazione malgrado essi siano essenziali nella poesia. Paolo non solo traduceva, ma collaborava con me. La mia conoscenza dell’italiano è ancora piuttosto modesta, quindi a volte la ricerca delle giuste parole richiedeva ore o persino un paio di giorni. Poichè cerco di utilizzare al massimo le possibilità espressive della lingua russa, soprattutto nel suono, vi sono state difficoltà per il traduttore, ma Paolo è tenace e non si è arreso finché il risultato non è stato soddisfacente per entrambi. Per un aspetto fonetico, ho aggiunto nel mio libro alcuni codici Qr, che permettono di ascoltare le poesie in lingua russa e italiana, è una comparazione secondo me affascinante. Sono dell’idea che usando la traduzione di Paolo Statuti e queste registrazioni vocali ci si possa avvicinare il più possibile all’originale. Nonostante l’attuale situazione drammatica, Julia continua a scrivere ed è spesso impegnata in iniziative di sensibilizzazione. Ieri ventisette marzo, ha preso parte all’evento “La soglia” che ha collegato numerosi paesi del mondo per un messaggio di pace universale. L’evento si è tenuto al Piccolo Museo della Poesia di Piacenza, dove i partecipanti hanno letto poesie incentrate sui temi della guerra e della pace.
Nel giorno 28 marzo 2022, anche Novaya Gazeta è stata costretta a chiudere «fino al termine dell'”operazione speciale in Ucraina”». Il sito ufficiale riferisce di essere costretto a prendere queste misure dopo aver ricevuto degli ammonimenti dal Roskomnadzor, il Comitato russo per la vigilanza.
Purtroppo la censura in Russia è pesantissima ora.
Umanità, sensibilità, bravura e capacità
fanno parte del tuo DNA.
Solo consensi positivi puoi avere per quello che fai.
Grazie, sono onorata di sentire queste parole!
Un traduttore serio di poesia è felice quando sa di avere interpretato bene il testo da tradurre, di avere suscitato un’impressione simile a quella del testo originale, con una imitazione che si possa considerare come una nuova creazione poetica. Il poeta russo Nikolaj Zabolockij ha detto: “Davanti al traduttore ci sono i due piatti di una bilancia: il primo appartiene all’autore del testo originale, il secondo – al lettore della traduzione. Si avrà una buona traduzione quando i due piatti della bilancia saranno in equilibrio”. Posso dire che ciò mi è riuscito anche con la poesia di Julia Pikalova.
Era una collaborazione preziosa, il più alto livello di maestria e vasta esperienza! Veramente un onore🌹
Brava, ottima intervista sei riuscita a svelarti.
Grazie per l’incoraggiamento!
Complimenti Julia, una bella intervista. Che rivela la tua sensibilità, la tua Passione ed il tuo Amore per l’Italia! Poeta e Pianista cara Julia, sicuramente ispirata dalla Bellezza del Lago che ami tanto e della tua seconda Patria, l’Italia, di cui impari a conoscere ed apprezzare la Cultura e la Storia, oggi spesso dimenticata!
Grazie Alberto, sono molto commossa… È vero che ho dei sentimenti forti verso l’Italia, e sono felice di essere compresa dagli italiani!
Complimenti cara Julia, per tutto! Che i versi possano donare pace e serenità, oltre che bellezza
Grazie Francesco, viva l’arte! Sei un vero protettore della cultura, il tuo libro ne è la prova.
Bella intervista Julia, nitida e cristallina come la tua poesia!
Grazie Giorgio, lieta della nostra collaborazione!
Cara Julia, te lo ripeto , la tua mente , il tuo cuore e la tua voce sono una cosa preziosa che e’ venuta a posarsi sulle rive del nostro amato lago ,ed e’ bello sentirti vicina di casa.
Grazie Franco, il lago è veramente dove la mia anima ha trovato una Casa!
Your point of view caught my eye and was very interesting. Thanks. I have a question for you.