di Alessandro Corti
Rei Kawakubo è una stilista di origini giapponesi e fondatrice del brand Comme des Garçons. Se pensiamo a lei e alla sua arte le prime cose che ci vengono in mente sono innovativo, sperimentale, anticonvenzionale, ribelle, libero e totalmente contemporaneo. Nel 1969 fonda il suo Brand, che tradotto significa “come i ragazzi”, e nel 1973 apre la sua prima boutique diffondendo il suo stile e facendo sfilare il suo brand a Parigi dove colpisce tutti per il suo gusto estetico, il suo minimalismo portato agli estremi, la sua libertà d’espressione e d’avanguardia e la sua capacità di sperimentare. Nelle sue collezioni vuole esprimere valori molto forti, spesso provocatori e innovativi, che mettono in discussione la società e la cultura consumistica del tempo. Nel 1995 infatti, presenta la collezione Transcending Gender. Una linea pensata sia per uomo che per donna, dove questi non hanno né confini né differenze e possono indossare qualunque abito si sentano di indossare. Il Met Gala del 2017, uno degli eventi più atteso, viene come sempre inaugurato con la mostra annuale scelta dal Costume Institute e dal Metropolitan Museum di New York e viene dedicata a Rei.
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La mostra presenterà 120 modelli di abbigliamento di Comme des garçon, risalenti alla prima collezione, fino ai suoi capolavori più recenti. I modelli avranno temi contrastanti (maschio/femmina, oriente/occidente, passato/presente). I manichini saranno inoltre più accessibili che mai, in quanto saranno posti a livello degli occhi senza la presenza di un vetro. Saranno poi esposti e raggruppati in otto stanze a tema, per otto temi ricorrenti nel lavoro di Rei Kawakubo. I temi delle otto stanze sono: Fashion/Anti-Fashion, Design/Not Design, Model/Multiple, Then/Now, High/Low, Self/Other, Object/Subject e Clothes/Not Clothes, attraverso i quali la mostra indaga sul concetto di ‘In-Between’ inteso come spazio tra i confini di quello che può e quello che non può essere definito e sulla pluralità del linguaggio estetico di Rei in funzione dello spettatore.
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Oltre a presentare i propri abiti rei esibisce al pubblico video e installazioni artistiche, rivoluzionando la concezione che abbiamo del corpo, della moda e della vestibilità, buttando giù delle barriere e creando delle “identità ibride”. Gli abiti, indossati poi dai modelli, hanno molti elementi di movimento e dinamismo che, in alcuni casi, vanno a intralciare e sbilanciare chi li indossa tanto che Rei rifiuta di definire con una qualche etichetta i suoi lavori o di attribuirgli un significato; sta tutto nell’interpretazione. Gli abiti di Rei vanno a “distruggere” come abbiamo detto prima i concetti di corpo, moda e vestibilità, andando a creare forme nuove e “non convenzionali” come in una sorta di metamorfosi. Nei video e nelle installazioni artistiche all’interno della mostra possiamo vedere i modelli che “danzano” indossando i vestiti di Rei. Dato che gli abiti presentano degli ingombri i modelli non sono identificabili per quanto riguarda il genere e vengono sbilanciati dal vestito creando una sorta di danza continua e non regolare.
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