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di Emma Bolzoni

Imperfect Speakers: quando il teatro scolastico diventa arte senza confini

Gli Imperfect Speakers sono una compagnia teatrale che recita in lingua inglese e che nasce a Piacenza in ambito scolastico intorno agli anni ‘90 tra le mura del liceo Gioia, nella sezione del liceo linguistico sperimentale, e che ha riunito diversi studenti interessati al teatro e alla recitazione in lingua. L’ideatore del progetto è Ugo Bruschi, che all’epoca era un giovane studente dell’ultimo anno, amante e frequentatore di teatro sin da ragazzino. La compagnia ha messo in scena grandi classici della letteratura angloamericana, a partire da Macbeth di Shakespeare fino a Summer and Smoke di Tennessee Williams. Negli anni hanno rappresentato spettacoli non solo a Piacenza ma anche in altre città dell’Emilia Romagna e a Milano. Prossimamente, dopo alcuni anni di pausa, torneranno in scena con Pygmalion di G. B. Show.

Ho avuto l’opportunità di intervistare alcuni dei membri storici del gruppo, compreso l’ideatore nonché regista, Ugo Bruschi. Dopo un primo tentativo fallito in quarta liceo, l’anno successivo lui e Marco Solenghi, stimolati dall’analisi della tragedia shakespeariana svolta in classe, riescono nell’intento di metterla in scena. L’idea era quella di una recita scolastica, in parte raccontata da un narratore, e in parte recitata. La scelta della lingua originale è diretta conseguenza della passione di Ugo per le lingue in generale e della bellezza della scrittura di Shakespeare, che con la traduzione si sarebbe persa. Ugo mi spiega anche la duplice motivazione nella scelta del nome, che denota in parte la consapevolezza di non essere attori madrelingua e richiama nel contempo le oscure profezie delle streghe all’inizio di Macbeth. Ciò che lo motiva a proseguire negli anni è il piacere di costruire qualcosa di bello e potente insieme. Oggi Ugo si occupa di ricerca storica, scrive saggi ed è docente universitario. Marco Solenghi è parte del gruppo sin dall’inizio, socio fondatore che vanta 37 spettacoli dal 1991. Tra questi non ha un preferito, ma ha amato interpretare soprattutto ruoli secondari come Amleto in Rosencrantz and Guildenstern Are Dead di Tom Stoppard e zio Fester in The Addams Family.

Per Marco il teatro è vita, a differenza del cinema tutto avviene dal vivo. Recitare per lui è stato un modo per vincere la sua timidezza e nel contempo provare quella scarica di adrenalina che solo uno spettacolo live può dare; in scena immagina di avere una quarta parete davanti a sé al posto del pubblico, questo per sentirsi più a suo agio sul palco. La sua amicizia con Ugo e la sua passione hanno fatto sì che Marco continui l’esperienza teatrale tutt’oggi, nonostante gli impegni lavorativi di store manager.

Anche Manuela Molinaroli ha preso parte alla prima rappresentazione, mossa dalla passione per il teatro in lingua. Ha amato interpretare Lady Macbeth e Beatrice in Much Ado about Nothing; queste esperienze l’hanno arricchita da un punto di vista relazionale, favorendo la nascita di amicizie che ancora oggi permangono. Oggi si occupa di contratti e appalti pubblici. Anche Nadia Beghi ha risposto all’appello di Ugo da subito, interpretando per esigenze di copione, ma con grande soddisfazione e successo, ruoli maschili, tra cui il suo preferito, ovvero Iago nell’Otello. L’adrenalina e la paura di sbagliare sono per lei benzina che alimenta la sua passione, così come l’appagamento quando il sipario si chiude e partono gli applausi. Dopo 18 anni in giro per il mondo per lavoro, Nadia non ha saputo rinunciare alla proposta di celebrare il ventennale della compagnia, e si è unita di nuovo. Oggi Nadia è consulente marketing e comunicazione.

Da queste interviste traspare che il teatro è un’arte che unisce emozione, riflessione e creatività offrendo uno spazio unico di comunicazione tra attori e pubblico. La sua forza è quella di far vivere storie e pensieri in modo coinvolgente. Nonostante i cambiamenti nel tempo, il teatro rimane una forma di espressione potente, capace di stimolare la mente e il cuore.

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