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di Bianca Peratrici
N-Yun, destino, il filo rosso della pellicola della regista Celine Song. Due bambini, Nora e Hae sung cresciuti insieme in Corea e si separano a dodici anni quando Nora parte per l’America con i suoi genitori. Dopo ventiquattro anni i due si ritrovano sui social e dopo molto tempo trascorso a scriversi si rincontrano a New York dove Hae sung trova l’amica d’infanzia ormai sposata e con molti progetti futuri.
Past Lives racconta quindi le diversità di due persone così culturalmente distanti ma che condividono le origini. Un percorso di ricongiungimento e amore che con delicatezza e cautela ci accompagna in una storia commovente che oltre a mostrare i divari ci fa vedere come la protagonista vive il confronto con il duo passato e come ritrova se stessa nella vita di Hae Sung.
La luce chiara e soffusa per il giorno e calda e accogliente per la sera ti abbraccia in una pellicola fatta di sguardi e dettagli. L’uso di particolari, mezzi busti e primi piani ci offrono uno spaccato di vita dei protagonisti che ci sembra di conoscere in prima persona, dove troviamo spesso gli sfondi sfocati in confronto ai personaggi per farci vedere ogni dettaglio dei volti e delle loro conversazioni.
La scena più esplicativa del film la troviamo quando Nora, suo marito e Hean sung vanno a bere una sera e i due ragazzi si parlano in coreano lasciando il marito ai margini di una relazione perduta che lui non può capire, per colmare nella scena finale con il confronto dell’addio dei bambini anni prima e il saluto finale tra i ragazzi dove lo spettatore, lasciato in sospeso tra malinconia e tristezza, si commuove con Nora che torna alla sua vita quotidiana.
Un film sui legami, sulle vite passate, come annuncia il titolo, che non solo per coincidenze, ma per destino fa rincrociare le strade di chi si è perso e vuole ritrovare se stesso. Parla di tutti, una storia d’amore con i cambiamenti radicali e la nostalgia del passato.
