Della Professoressa Simona Veneziani
Destinazione: tenerezza
Nei giorni della tragica morte di Aurora, un lutto che ha scosso la sensibilità di tutta la comunità picentina, mi è capitato di rileggere un saggio della filosofa e teologa Isabella Guanzini, “Tenerezza, la rivoluzione del potere gentile” (2017). Condivido in questo spazio alcune sue riflessioni che suggeriscono una possibile chiave per accedere a un mondo migliore e per superare una società troppo spesso narcisistica, violenta, ormai smarrita in un’aggressività che suscita sgomento e appare indecifrabile. Il linguaggio del sopruso e del dominio è sempre più refrattario al linguaggio della tenerezza, afferma Guanzini. Eppure tutti ne abbiamo un profondo bisogno naturale perchè la tenerezza è espressione di umanità, di attenzione, di curiosità nei confronti dell’altro. La tenerezza si esprime in ciò che sembra valere poco: essere chiamati per nome, ricevere un saluto con gli occhi e un sorriso, condividere il breve momento di una pausa, sbrigare un’ incombenza al posto di un altro, avere la premura di far trovare qualcosa di pronto a chi tornerà tardi dal lavoro o dalla scuola e sarà affamato, chiedere come stai e ascoltare…
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La tenerezza è un gesto di cura.
Ci sono gesti di tenerezza donati o ricevuti che hanno la forza di risvegliarci, di scuoterci, di far virare la malinconia nella direzione di un sussulto di gioia. E la gioia, che è frutto della tenerezza, ha il potere di moltiplicarsi, di generare una rete di effetti capaci di mettere in moto idee e azioni vantaggiose per il vivere comune. Anche l’amore è tenerezza perchè è la via per uscire da se stessi e iniziare a comprendere l’altro. E’ quindi un atto di conoscenza, non un’esperienza che si subisce. L’amore è pura espressione di vitalità, dona vita nel senso che ci rende più lieti, più attivi, più sensibili al mondo e alla presenza dell’altro. Nell’amore l’altro non è lo specchio del nostro egocentrico io bensì un mondo a sè, capace di attivarci, di donarci grande felicità.
Risaliamo dunque sul treno che parte in direzione tenerezza. Torneremo migliori.
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