a cura di Sara Figuccia
Nella settimana dal 4 all’8 aprile si è svolto il progetto Erasmus e nella nostra scuola è arrivato un gruppo di ragazzi svedesi e un gruppo di ragazzi polacchi.
Durante la loro permanenza hanno partecipato a varie attività come scoprire la città, salire sulla cupola del Duomo e hanno anche frequentato laboratori inerenti ai vari indirizzi della nostra scuola utilizzando la creta, il gesso, l’acquerello, i colori ad olio e apprendendo dei rudimenti di montaggio al computer.
Avendo anch’io partecipato a questo progetto ho colto alcune occasioni per intervistare i ragazzi, per poter capire cosa provavano in merito a quest’esperienza.
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Appena arrivati nella nostra scuola ho fatto qualche domanda a due ragazzi svedesi, Elliot e Locke:
Cosa ti aspetti da quest’esperienza?
Sarà davvero un’esperienza divertente poter visitare l’Italia, è stato bello anche quando loro (i ragazzi italiani) sono venuti in Svezia; è divertente imparare la cultura l’uno dell’altro e conoscere l’arte e ciò che fa parte della cultura italiana appunto, è onestamente molto divertente.
Sapete già cosa farete?
Fino a venerdì socializzeremo, ci divertiremo e faremo tutte le attività proposte.
Purtroppo sono le uniche domande che sono riuscita a fare in quel momento,ma avendo avuto l’occasione di ospitare un ragazzo, Elliot, gli ultimi due giorni, ho deciso di continuare l’intervista a casa mia:
Perché hai deciso di partecipare a questa esperienza?
È stato tipo “vuoi l’opportunità di andare in Italia?” e io ero tipo “sì, viaggio gratis!” È anche molto divertente sperimentare tutto ciò che voi ragazzi fate nella vostra scuola perché è così diverso da ciò che facciamo noi, quindi sostanzialmente è stato per poter provare cose nuove.
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Sei felice di questa esperienza?
Sì, l’esperienza è stata molto bella fin ora, tutti sono stati molto buoni con me e sono molto sorpreso di quanto gentili siano le persone, ad esempio quando sono arrivato qui alle 12 (di sera) hanno saputo che non mangiavo da un po’ e mi hanno preparato della pasta nel mezzo della notte, quindi sì, ero molto sorpreso da quanto tutti fossero gentili.
E come stai trovando la nostra scuola?
Si capisce che è un edificio antico/vecchio ma ha una bella atmosfera, sembra che tutti si conoscano fra di loro e mi ricorda molto le scuole medie in Svezia, è molto diverso dalle nostre.
Come mai è diverso?
Perchè la nostra scuola è più piccola e non facciamo le stesse attività, nessuno conversa con l’altro così tanto, invece qui appunto sembrava che tutti si conoscessero, che è molto figo.
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Ti piacciono l’arte e le attività che stiamo facendo?
Non farei la maggior parte di queste cose da solo ma è divertente poterle sperimentare e provarle per la prima volta, magari non è qualcosa che farei nel mio tempo libero ma almeno è divertente provare
Cosa ti mancherà di più di quest’esperienza tornando a casa?
Sto apprezzando moltissimo il cibo, ho paura che non troverò tante cose buone quanto le trovavo prima in Svezia perché un sacco di cibo qui è davvero ottimo ed è bello/divertente sperimentare nuove culture e cibi tipici.
Qual’è una differenza sostanziale che hai notato tra l’italia e la Svezia?
Una cosa che mi ha sorpreso è che voi ragazzi mangiate cioccolato (inteso come dolci probabilmente) per colazione; ad esempio mangiate i biscotti e cose così, non è una cosa che noi facciamo.
Mi ricordo il primo mattino che mi sono svegliato, sono andato giù in cucina e stavano mangiando torta e biscotti e io ero tipo “voi mangiare questo per colazione?”
In Svezia noi mangiamo i fiocchi d’avena e basta praticamente.
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Si in Italia spesso si favorisce la colazione dolce a quella salata, hai notato altro?
Si, noto anche molte altre differenze culturali, ad esempio noto che le persone sono molto più loquaci qui, in Svezia ti tieni le cose per te e non parli per la maggior parte del tempo mentre qui tutti parlano fra di loro tutto il tempo. In Svezia se parli con uno sconosciuto, sei strano, quindi è molto diverso ma è stato molto divertente.
Devo chiederti una cosa, ma quante chiese ci sono? Ce ne sono così tante!
Piacenza è conosciuta come la città delle 100 chiese
Ce ne sono così tante, mi ha molto sorpreso, penso sia molto figo perché vai in giro e vedi tutte queste torri dappertutto.
Vero, lo capisco, anche io ne ero sorpresa quando l’ho scoperto.
Sei felice di tornare a casa?
È stata una bella esperienza e probabilmente tornerò quest’estate a Milano, sono felice però di tornare a casa mia e alle mie abitudini.
Grazie all’aiuto dell’interprete – poiché i ragazzi facevano parte di un gruppo con disabilità uditive – ho fatto anche qualche domanda a un ragazzo polacco.
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Come mai hai deciso di partecipare a quest’esperienza?
Perché volevo entrare a far parte di questo bel viaggio, amo viaggiare e volevo incontrare nuove persone, partecipare a giochi e attività
Come mai hai deciso di partecipare a quest’esperienza?:
“Perché volevo entrare a far parte di questo bel viaggio, amo viaggiare e volevo
incontrare nuove persone, partecipare a giochi e attività”
E come vi state trovando per ora?
Trovo tutto questo bello, mi è piaciuto il viaggio per la città, è davvero molto bella.
Purtroppo avendo avuto poco tempo queste sono state le uniche domande che sono riuscita a fargli; avendo però passato ogni giorno insieme al gruppo ho capito che i polacchi amano lasagne, le hanno viste su google e dal primo giorno hanno continuato a chiederle, come biasimarli però!
L’esperienza si è conclusa il mattino dell’8 aprile, quando tutti sono partiti dalla stazione per tornare a casa.
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