di Bianca Peratici
25 Aprile, anniversario della liberazione dell’Italia dal nazifascismo. A Piacenza questa festa riunisce ogni anno moltissime persone pronte a partecipare ad un corteo e a manifestare insieme. Dal Liceo Respighi, alle 10 del mattino, si alzano le bandiere di sindacati e associazioni che guidano le persone fino in Piazza Cavalli dove il sindaco e altri delegati enunciano un discorso per l’occasione.
La seconda parte della mattinata si sposta a “La Muntà dei rat” in Via Mazzini, sulle scale della via si assiste ad altri interventi, stavolta dei cittadini impegnati, che fanno partire la camminata fino alla Cooperativa Infrangibile. Il clima della camminata è pacifico e amichevole, tutti ridono e si divertono a suon di musica e cori contro il fascismo. Moltissimi volti dell’artistico si sono presentati alla manifestazione e questo ci rende fieri e speranzosi.
La giornata continua con il coro della Cooperativa che propone i canti partigiani più famosi: “bella ciao”, “fischia il vento”, “la pianura dei sette fratelli” e molti altri, con la presenza straordinaria e commovente del signor Ugo, combattente durante la battaglia di Monticello che, nonostante l’età molto avanzata, cammina con le sue gambe in mezzo al corteo fino alla fine. La bellissima compagnia inizia a ballare con il dj set nel cortile della Cooperativa, trasformandosi in una vera e propria festa, dove tutti, dagli adulti ai bambini, ballano e si divertono insieme, come una famiglia.
In questa giornata, definita da molti divisiva, ho visto solo condivisione, fratellanza e rispetto. Per questo trovo sia importante andare in piazza e festeggiare nella propria città, per non dimenticare, per non essere indifferenti e far sentire che la nostra voce non verrà mai silenziata, non oggi ma tutti i giorni, non solo per noi ma per le generazioni future. Oggi abbiamo alzato la voce anche per tutti quelli che non possono, per far sentire la vicinanza anche alla popolazioni in guerra e in uno stato di oppressione.
Manifestare ci rende liberi.
Il 25 Aprile, non è una ricorrenza, ora e sempre, resistenza.