di Alessandra Fava e Emma Facchini
Alessandra Fava e Emma Facchini (giornaliste della redazione) hanno avuto
l’opportunità di intervistare la professoressa Mara Morini, docente di Scienza
politica all’Università di Genova.
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Allo scoppio della guerra in molte città Russe ci sono state rivolte, oggi queste
manifestazioni sono state represse oppure i cittadini Russi hanno ancora
voce? O sono d’accordo con scelte del governo?
Certamente rispetto ai primi mesi dell’invasione in Ucraina del 2022 le proteste sono
decisamente diminuite. In quel periodo abbiamo visto più proteste di massa
soprattutto nelle città di San Pietroburgo e a Mosca, ma anche in altre città, proprio
come spontanea reazione a quanto stava accadendo. Queste proteste contro
l’operazione speciale militare (così come è stata denominata da Putin stesso) sono diminuite
anche a causa delle leggi sull’estremismo. In Russia esprimendo
il proprio pensiero si rischia, ad esempio, il posto di lavoro o il carcere. Esiste una parte della
popolazione che ha condiviso la scelta di Putin: chi è contrario non lo esprime apertamente per il
timore delle conseguenze.
Putin senza ombra di dubbio in questi anni è stato in grado di alzare il tenore
di vita dei Russi, di conseguenza, il popolo Russo lo riteneva un buon
Presidente, dopo quanto accaduto in questi due anni, Putin oggi come viene
visto?
Putin sicuramente negli anni ha consentito a molti russi di migliorare la propria situazione
economica, di poter quasi essere definiti come classe media e questo sicuramente è un
aspetto che per il popolo è decisamente importante. Qualora venisse meno questa stabilità
economica, è chiaro che anche il russo più puntinista potrebbe mettere in dubbio la sua
leadership.
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L’Europa ad oggi, dopo circa due anni dallo scoppio del conflitto, in che
rapporti economici/commerciali si trova con la Russia? Il Governo Italiano ha
mantenuto rapporti diplomatici con il Presidente Russo?
Dopo l’invasione della Russia in Ucraina, l’Italia attraverso il Presidente della
Repubblica e quello del Consiglio dei ministri hanno criticato la Russia, ritenendo
opportuno sin da subito la necessità di aiutare in termini umanitari e militari Ucraina.
Di conseguenza, il governo russo aveva inserito l’Italia nella lista dei Paesi ostili da cui non è ancora stata cancellata, da questo punto di vista abbiamo assistito all’apice della rottura dei
rapporti, non era mai avvenuto prima. L’Italia ha sempre avuto il ruolo, come media
potenza, di un ponte tra gli Stati Uniti e la Russia; un ruolo che è sempre
stato oggettivamente riconosciuto e anche apprezzato dalla Russia. Sotto il punto di
vista delle ambasciate non ci sono stati particolari sconvolgimenti, mentre per
l’aspetto commerciale ed economico si è visto che le sanzioni sono in alcuni casi
bypassate attraverso il mercato parallelo. Molte delle nostre aziende hanno
continuato il commercio dei loro prodotti con la Russia senza particolari problemi.
Sul piano politico, al momento non ci sono segnali di una ripresa del dialogo.
Perché la NATO oggi è una minaccia per la Russia? La NATO come sta agendo
per fermare questo conflitto?
La NATO in questo momento non è in guerra contro la Russia, perché l’Ucraina non
è un membro NATO. Non è la NATO che invia le proprie truppe o armamenti in
Ucraina ma i singoli Stati che aderiscono ad essa.
L’adesione dell’Ucraina alla NATO è sempre stata un’intenzione, un’aspettativa, ma
non è mai stata portata avanti dalla NATO prima della guerra.
Per la Russia l’espansione della NATO è sempre stata considerata un problema di
difesa e sicurezza del territorio. Dopodiché è chiaro che ogni paese ha diritto di fare
richiesta e aderire.
Quello che è successo dopo l’invasione dell’Ucraina è una cosa che Putin non aveva
preventivato perché diversi paesi, molto vicini territorialmente alla Russia, hanno
deciso di entrare nell’alleanza. Quindi per la Russia ora il pericolo non sono solo i
Baltici, c’è anche appunto il Golfo di Finlandia e un domani diventerà anche l’Artico,
un altro scenario di attrito con gli Stati Uniti.
Putin vuole risolvere il “problema ucraino” per fermare le rivoluzioni colorate (proteste da parte di
coloro che dissentono con il governo Putinista e che vogliono collaborare con l’Unione Europea),
del 2003/2004/2005, percepite come interferenze occidentali. Putin vuole mantenere la sfera
d’influenza russa, evitando che Paesi come Ucraina e la Georgia si allontanino. Per questo Putin
avvia il “Russkiy Mir” per difendere la cultura Russa e i cittadini all’estero, in particolar modo dopo l’invasione Russa in Ucraina nella convinzione del Cremlino che i russi sono vittime di russofobia
nel mondo occidentale.
Putin cerca quindi, di frenare l’avanzamento di Stati Uniti e Unione Europea verso il confine russo
per mantenere l’indipendenza economica, politica e culturale dei Paesi della sua sfera d’influenza.
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Quali sono, secondo lei, le prossime mosse di Putin? E se lei prevede altre operazioni militari da
parte della Russia.
Per Putin adesso è importante affrontare la campagna elettorale presidenziale per dimostrare
che non ci sono particolari turbolenze e che c’è ancora un grande consenso nei suoi confronti.
In caso di una controffensiva russa che aumenti il territorio conquistato, Putin si rafforzerebbe e
potrebbe anche aprire una negoziazione, di cui si parla da molto tempo, però c’è un punto:
Zelenski l’anno scorso ha stipulato un decreto presidenziale che vieta al presidente, quindi a sé
stesso, di sedersi ad un tavolo a negoziare con Putin ed è una cosa che il Cremlino sfrutta per
sostenere che sono altri che non vogliono la pace.
Sul fatto che ci siano nuove operazioni militari speciali sono scettica, gli esperti di strategia militare
ci hanno sempre detto che in questi anni la Russia ha poche munizioni e che non riesce a fare
determinate cose, mi chiedo come non avendo portato a casa un risultato sul tema Ucraina Putin
possa pensare di attaccare i Baltici, per ora vedo una controffensiva russa che vuole rafforzarsi
sfruttando la debolezza Ucraina, se poi si sblocca la questione degli Stati Uniti magari ci sarà una
controffensiva ucraina in estate 2024 che potrebbe essere più efficace di quella precedente e, a
quel punto, bisognerà attendere le reazioni del Cremlino.