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di Iuliana Istraiy

Al giorno d’oggi avremo assistito tutti almeno una volta ad una manifestazione pubblica o ad un atto di protesta nei confronti di qualcuno di superiore o verso qualcosa di materiale. Quanti di noi però hanno apprezzato per davvero queste proteste e hanno potuto vedere dei veri risultati?

L’ atto di protesta e la necessità di manifestare sono sempre stati una sorta di richiamo nella vita dell’uomo il quale ha iniziato a far sentire la sua voce nel momento in cui si è sentito privato di un diritto. Le proteste, violente e non, nate nella seconda rivoluzione industriale, dove le classi sociali più povere venivano umiliate e private dei propri diritti, ne sono l’esempio. Anche il movimento delle “Suffragette”: donne scese in strada ignorando i pregiudizi dell’ epoca, per ottenere il diritto di voto e il suffragio per il genere femminile. Successivamente sono arrivate le manifestazioni per l’indipendenza, contro le guerre e i vari pregiudizi che caratterizzano la società di una volta. Rivolte che hanno smosso i vincoli della società e che troviamo nei libri di scuola.

Al giorno d’oggi le manifestazioni si sono fatte sempre più frequenti adottando vari tipi di forme. Grazie all’avvento di internet e dei social media anche un semplice post su instagram o una citazione possono essere un piccolo atto di protesta. La generazione Z, e ormai anche la generazione Alpha, ha preso a cuore temi come la parità di genere, il cambiamento climatico, i diritti del LGBT e molto altro. Com’è però il loro modo di manifestare? Molte proteste in questi anni hanno smosso e risolto diversi problemi urgenti, altre hanno solo fatto odiare la causa da esse promosse. Il modo di certi manifestanti di affrontare un tema rilevante per la società è sconcertante; attivisti e manifestanti che bloccano il traffico per ore protestando contro lo smog che le automobili producono non si rendono conto che fermando il traffico per più di trenta minuti si arriva ad inquinare quasi il doppio e non solo. Il rischio è anche quello di rallentare persone che hanno situazioni urgenti da risolvere o che si devono recare immediatamente all’ ospedale o in altri luoghi di servizio.

Diversi  manifestanti hanno anche vandalizzato opere artistiche e monumenti che hanno scritto la storia dell’arte. Un episodio che ha fatto discutere molto è stato il gesto compiuto da due manifestanti del gruppo attivista “Just Stop Oil”, famoso sui social per aver fatto nascere odio di massa riguardo i loro ideali, nei confronti del famosissimo quadro “Girasoli” di  Vincent Van Gogh. Hanno imbrattato il dipinto con del sugo di pomodoro e in seguito proposto il loro discorso per sensibilizzare la campagna anti petrolio. Questi episodi non hanno cambiato le morali delle persone nei confronti della loro causa e non hanno risolto “la fame nel mondo” ma hanno solo generato odio profondo.

En esta imagen proporcionada por Just Stop Oil, dos manifestantes que arrojaron sopa enlatada a “Los girasoles” de Vincent Van Gogh de 1888 en la Galería Nacional de Londres el 14 de octubre de 2022. El grupo Just Stop Oil, dijo que la protesta del viernes fue en contra de los nuevos proyectos de petróleo y gas del gobierno británico. La Policía Metropolitana de Londres arrestó a dos sospechosos. (Just Stop Oil via AP)
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