A cura di Alessandra Fava
Negli anni ‘80 diventa famoso un ragazzo di nome Keith Haring. Si fa riconoscere fin da subito grazie ai suoi omini dalle forme stilizzate che replica in giro per la città di New York, dove studia alla School of Visual Arts.
Le caratteristiche fondamentali degli omini di Keith erano, e continuano ad essere, linee essenziali, spessi contorni neri e colori vividi in tinta unita.
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Il passo successivo è, per l’autore, quello di “trasferire” i suoi disegni dalla metropolitana di New York al Club 57 nell’East Village, che peraltro viene frequentato da molti artisti in quel periodo, dove riscuote un elevato successo.
Gay dichiarato, nel 1988 gli viene diagnosticato l’AIDS; all’età di trentadue anni muore a causa di alcune complicanze legate a questa malattia.Mengtre è ancora in vita crea una fondazione per raccogliere denaro al fine di aiutare le persone con la stessa patologia.
Nel 1989, crea la sua ultima opera intitolata Tuttomondo, che rappresenta la pace universale.
I suoi omini non sono disegni senza significato, anzi spesso sono uno strumento per contrastare le discriminazioni sessuali e ancora oggi si battono per i diritti della comunità LGBTQ+.
I suoi omini, dai colori accesi, sono noti come i “Radiant Boys”, ovvero figure raggianti che danzano e giocano insieme, senza distinzioni di genere. Omini “Agender” che diventano icone delle lotte per le discriminazioni di genere in favore dell’inclusione.
Keith Haring dice che l’arte è per tutti, per questo le sue opere non si troveranno mai in musei o in gallerie, ma sempre in luoghi pubblici (strade, locali, metropolitana), luoghi accessibili a tutti. Ciò che disegna potrebbe delle volte risultare abbastanza infantile e giocoso, ma la cruda realtà è che si fa portavoce di un messaggio universale di uguaglianza.
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Tra le sue opere più famose troviamo Ignorance = fear, realizzata nel 1989. È un manifesto esplicito per la lotta all’AIDS, più precisamente, contro la disinformazione sulla malattia. Keith Haring, ormai vicino alla morte, vuole denunciare il silenzio e la vergogna con cui convivono le persone affette dall’AIDS.
Un’altro suo lavoro da ricordare è di certo Rebel with Many Causes, 1989: “non vedo, non sento, non parlo”. Ci troviamo di fronte ad un’altra opera in cui denuncia il disinteresse e l’apatia verso delle problematiche sociali come discriminazioni sessuali, razzismo e malattie.
Untitled, realizzata nel 1982 è un’altra delle opere più famose. In questo caso esplora il sentimento, un amore troppo diverso da quello che si aspetto la gente, che viene criticato dalla società: l’amore tra due uomini che ballano gioiosi ad un cuore rosso acceso. Si vede fin dall’inizio gli intenti dell’artista a riguardo delle lotte sociali.
Vi consiglio un documentario che parla della sua vita; potete trovarlo su Raiplay.