Lavinia Schulze Walter Holdt

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a cura di Alessandro Coerti e Aurora Vigevani

Lavinia Schulz nasce a Lübben nel 1896 e muore giovane nel 1924 ad Amburgo. Ella si forma a Berlino e intraprende studi inerenti alla danza, musica e pittura entrando a far parte di un gruppo di Espressionisti nel 1913. 

Nel 1920 sposò Walter Holdt, che divenne successivamente il suo partner artistico. Essi rifiutarono la religione convenzionale dell’Espressionismo decidendo di vivere senza soldi e addirittura senza letto, indossando tutti i giorni la calzamaglia da ballo in modo da poter dedicare le loro intere giornate alla creazione di nuove coreografie. Hans Heinz Stuckenschmidt – che brevemente visse con loro –  descrisse il loro stile di vita come una sorta di “privazione, fame, freddezza, paesaggio nordico con tempesta, ghiaccio e catastrofi”. Seguendo questa filosofia, essi rifiutarono qualunque pagamento per le loro esibizioni poiché “non si possono vendere idee spirituali per soldi “ e  “spirito e denaro sono due poli antagonisti, e se vendi le idee spirituali per denaro, hai veduto lo spirito al denaro e ha perso lo spirito”. 

Verso la fine della loro carriera iniziarono ad avere rapporti conflittuali raggiungendo il culmine nel giugno 1924 quando la Schulz sparò al coniuge uccidendolo, successivamente si suicidò.

Tra 1919 e 1924 ella portò in scena ad Amburgo la danza espressionista esprimendo il suo stile attraverso l’atto di strisciare, scalpitare, accovacciarsi, rannicchiarsi, inginocchiarsi e inarcarsi creando effetti innovativi. Il loro lavoro di coppia si basò principalmente sulla creazione di costumi espressionisti selvaggi che ricordano i robot e i cavalieri del Bauhaus; molti di essi furono utilizzati per esibizioni accompagnate da sottofondi musicali. A differenza dei costumi del Bauhaus le loro opere traggono ispirazione dalla natura e dal mondo animale.

Per quanto riguarda lo stile delle loro opere, esse sono un “ibrido” tra costumi che riprendono la cultura indigena e qualcosa che si sarebbe sviluppato successivamente come i classici costumi dei supereroi all’interno dei fumetti.

Il 23 Aprile 2022 è finalmente aperta al pubblico la 59ª Biennale d’Arte di Venezia che rende le sue opere partecipi. 

Maskenfigur “Toboggan Mann”, una delle opere realizzate dall’artista, consiste in uno stravagante costume realizzato con tessuti variopinti con forme geometriche, arricchito da una grande maschera che ricorda la testa di un insetto. 

In un’altra sua celebre opera, Tanzmaske “Technik”, l’abito presenta occhi, incorporati a posteriori, che sporgono dal volto di forma triangolare, mentre la parte sottostante non ha una silhouette definita né un foro per gli arti ma presenta dei dettagli tridimensionali applicati sul busto.

Secondo i critici contemporanei la Schulz mostrava doti più creative, mentre Holdt si occupava principalmente della parte scenica: essendo uno dei ballerini più bravi della sua epoca era a conoscenza dei migliori mezzi da utilizzare. 

Egli mostrava una sensibilità estetica-emotiva, dimostrata dall’utilizzo di materiali non convenzionali, come filo, gesso, cartapesta e materiali di riciclo.

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