di Iuliana Istratiy e Chloe Carini
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Dicembre ha da poco aperto le porte al periodo natalizio che implica luci scintillanti che addobbano la città, odore di cannella nei negozi e una strana atmosfera che invade l’aria e ci invita tutti ad unirci in un coro di festa e tradizione. Quest’atmosfera è più comunemente conosciuta come “la magia del natale” che scalda gli animi e ci rende tutti più buoni. “Io non ci credo.” Una semplice frase che molte persone esprimono apertamente in questo periodo , ritenuto magico. Per chi non crede nella cosiddetta magia natalizia, il Natale assume contorni diversi, ma non per questo meno profondi. Non credere non significa necessariamente rifiutare il Natale. Anzi, può significare viverlo in un modo diverso, lontano dal misticismo religioso, ma vicino agli affetti, alla riflessione e alla connessione umana.
Per molti, il Natale è un momento per fermarsi, fare il punto sulla propria vita e trovare un senso nelle cose che contano davvero: l’amore, la generosità e la famiglia. Il Natale è anche un’occasione per guardare al mondo con occhi critici. Mentre la società promuove un consumismo sfrenato e ci induce a sentimenti di solidarietà che a volte sembrano fabbricati, chi non crede potrebbe chiedersi: che senso ha celebrare qualcosa in cui non si trova un legame spirituale?
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La risposta potrebbe trovarsi nel desiderio di creare tradizioni personali, che parlino di valori condivisi, piuttosto che di dogmi. Per chi non crede, il presepe può essere una rappresentazione artistica, non un simbolo sacro. Le canzoni natalizie, seppur intrise di significati religiosi, possono evocare nostalgia o gioia. Le luci sulle strade non rappresentano una stella divina, ma un segno di speranza in tempi bui. E il cenone natalizio non è un rituale, ma un momento per stare insieme e apprezzare la propria famiglia e quello che si ha. Forse, il vero messaggio del Natale non è tanto credere in qualcosa di trascendente, ma trovare una connessione, con se stessi e con gli altri. Anche chi non crede può trovare in questa festa un’opportunità per vivere con consapevolezza e gratitudine. E questo, in fondo, è un miracolo sufficiente.