FASHION E DISCO MUSIC

4 0
Read Time:3 Minute, 0 Second

A cura di Alessandro Corti

Il 26 aprile 1977 venne inaugurato lo Studio 54, rinomata discoteca inaugurata successivamente teatro, a Broadway, conosciuta come uno dei principali simboli dell’epoca disco. Quest’ultima veniva frequentata da numerose celebrità che ne alimentarono la fama, costruendo così un’élite dettata da regole d’ingresso particolarmente restrittive, nonostante fosse frequente l’uso di droghe e il sesso occasionale, sia etero che omosessuale. 

L’interno aveva una struttura che ricordava quella di un teatro, una galleria ed una platea, nella quale era collocata la pista da ballo in parquet. Nella sala erano anche presenti 54 differenti effetti luminosi creati da luci, neon rotanti e spot colorati che illuminavano pista e pubblico. Dove c’era il palcoscenico si trovava la postazione del DJ, mentre, sotto la balconata della galleria, si trovava il bar, caratterizzato da un bancone a forma di diamante.

Una delle caratteristiche principali del club erano le continue provocazioni a livello di costumi e la stravaganza delle serate proposte al pubblico; lo scopo dello Studio 54 era proprio quello di rendere ogni serata “la festa più iconica del mondo” attraverso musica a tutto volume, scenografie emblematiche e sorprese inedite per ogni evento, come l’entrata di Bianca Jagger in sella ad un cavallo bianco.

Bianca Jagger

Si parla di un vero e proprio luogo di ritrovo nel quale ognuno poteva essere, oltre a se stesso, il protagonista indiscusso del party.

Il locale ospitò quindi centinaia di celebrità tra cui Michael Jackson, Elton John e Diana Ross. Per questo, agli unici giornalisti che ricevevano il permesso di entrare veniva vietato di fare fotografie e, quelle scattate, non potevano essere pubblicate senza permesso. Lo Studio 54 fu, tra l’altro, il primo locale ad iniziare a fare una selezione all’ingresso, spesso rigida e soggettiva, che si basava sull’aspetto estetico e sul modo di vestire (pratica molto comune anche oggi nei locali notturni).

La discoteca era inoltre molto inclusiva, si cercava infatti di garantire la diversità a livello di orientamento e identità di genere, per questo Andy Warhol definì l’anima del locale “una dittatura all’ingresso e una democrazia sulla pista da ballo”.

Questa discoteca segnò per di più delle vere e proprie mode negli anni ’70, anche a causa dell’assidua frequentazione di celebrità. All’interno si ballava nudi, avvolti da pellicola trasparente e ricoperti da pailettes e piume. I codici di abbigliamento nati al suo interno influenzarono tutto ciò che verrà dopo, a cominciare dagli anni ’80, sia in ambito stilistico, che fotografico, che artistico. Si parla di vere e proprie “scenografie”, come quella utilizzata nel Capodanno del 1979, in cui caddero tonnellate di glitter che rimasero attaccati agli abiti e alla pelle; sembrava di camminare sulle stelle.

Glitter sugli occhi, capelli cotonati e labbra scarlatte erano molto in voga, oltre ai camerieri a petto nudo e in slip che portavano drink ai tavoli, e le ballerine in topless, che volteggiavano nell’aria accerchiate da fasci di luce; icone del mondo gay si incontravano a ritmo di disco dance. 

Elton John, per esempio, si scatenava con le regine della drag scene degli anni ’70, mentre Lou Reed e Andy Warhol discutevano con Mick Jagger di musica. Anche in ambito musicale, infatti, lo Studio 54 dettò le basi della disco music, accompagnata da balli sotto le luci stroboscopiche e mirror walls.

Lo Studio 54 è stato quindi un vero proprio simbolo degli anni ’70, che portò un forte impatto culturale, diventando poi fonte di ispirazione nel mondo della moda per molti decenni oltre che un covo di artisti, designer, modelli e rockstar.

Happy
Happy
100 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *