IL SOUND

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A cura di Firdaws Hassan El Alaoui e Carola Balordi

Gli anni sessanta furono un periodo di cambiamenti politici e culturali importanti per lo sviluppo della musica negli anni successivi. L’assassinio del presidente Kennedy, l’escalation della guerra in Vietnam e il progresso del movimento per i diritti civili hanno avuto un grande impatto sull’umore della cultura americana e la musica ha iniziato a riflettere quel cambiamento. Intorno al 1963 iniziò anche la “British Invasion”, con l’arrivo dei Beatles sulla scena musicale che creò una cultura di fan accaniti e la creazione dei fandom.

Fino agli inizi degli anni ’60 la musica era dominata dal Rock ‘n’ Roll, un genere musicale inventato dai musicisti afro-americani che crearono un sound contaminato dal jazz, dal gospel, dal blues e dal country. 

Un artista in particolare domina la scena musicale e lascia un segno indelebile nella cultura americana: stiamo parlando di Elvis Presley, amatissimo dal pubblico, che lo celebra ancora oggi in film dedicati alla sua vita e alla sua carriera.

L’impatto dello spirito Rock ‘n’ Roll non si ferma in America, ma viaggia intorno al globo per poi lasciare spazio allo sviluppo di un genere di musica psichedelico e influenzato dalle correnti country e folk americane che crearono dei veri e propri inni della liberazione sessuale e delle marce contro la guerra, tra i più famosi troviamo Bob Dylan con “Blowing in the Wind”, inno della lotta per i diritti civili in America. In questo periodo si sviluppa anche il movimento beat che vide la sua fioritura in Inghilterra, ma che si espanse ben presto in tutto il mondo. I musicisti beat mettevano in discussione i valori della società borghese e proponevano una serie di atteggiamenti provocatori: portavano i capelli lunghi, vivevano in comunità, facevano uso di droghe, praticavano religioni orientali, erano pacifisti e antirazzisti. Dall’Inghilterra raggiungono la fama mondiale i gruppi musicali beat come i Beatles, i Rolling Stones e i Pink Floyd con i brani “Here Comes the Sun” e “Paint it, Black”.

Un’altro genere amatissimo negli anni ’60 fu il blues, che coinvolse il pubblico con storie di amori perduti, un sound pieno di sentimento e toni dark. Del genere blues non si può non citare Aretha Franklin, grande cantante che cattura l’attenzione mondiale con brani come “Think” e “Respect”.

Beatles

In Italia cresce l’interesse per la musica, ne aumenta la produzione e il consumo che la porta a diventare sempre più commerciale, abbandonando la musica tipica della tradizione popolare. Compare inoltre la figura del cantautore, si tratta di cantanti che scrivono loro stessi i testi delle proprie canzoni e che tendono a distaccarsi dalla massa e ad avere uno stile più ricercato e alternativo, parlando al pubblico con un linguaggio spesso crudo e diretto. I cantautori che dominarono maggiormente la scena italiana in quegli anni furono certamente Fabrizio De André, Gino Paoli e Luigi Tenco.

Nei primi anni ’60 nacque anche il genere yé-yé, molto più grintoso della classica canzone d’amore: ci pensarono Caterina Caselli e Rita Pavone a portarlo in auge. Ma anche personaggi del calibro di Battisti, Mina e Celentano trovano in quegli anni la via della musica che li renderà immortali, veri mostri sacri della canzone italiana con brani che hanno lasciato un segno nel panorama musicale del nostro Paese e non solo.

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