Doppio click per il futuro

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di Francesca Peveri e Martina Magnani

Diciamoci la verità: chi, al giorno d’oggi, non possiede uno smartphone? Senza rendercene conto, nelle nostre mani si trova forse l’oggetto più potente ed innovativo che l’umanità abbia mai inventato; con un semplice click possiamo comprare un articolo su Amazon, postare una storia, e persino decidere il futuro di una persona.

Molti, in particolare giovani, da tempo decidono di esporre la propria arte sui Social sperando in un “miracolo dell’algoritmo” per spopolare e far arrivare il proprio lavoro in ogni parte del globo. Molti riescono nell’arduo intento, ricevendo la meritata popolarità tramite followers e decine di migliaia di like, rivendicando il loro posto all’interno di una comunità artistica che, per quanto sia diventata inclusiva nel corso degli anni, rimane un ambiente ostile in cui molti tendono a criticare negativamente la maggior parte delle opere. 

Una buona parte del pubblico giudica gli artisti della nuova epoca digitale dei ciarlatani, perché ritengono che non abbiano una giusta preparazione: molti di essi non hanno frequentato l’accademia, iniziando a creare opere seguendo una sorta di vocazione. Questo tema scottante continua ad essere affrontato giornalmente, combattendo in una “giungla virtuale” una battaglia che, probabilmente, verrà vinta dal progresso.

Se ci spostiamo da questi piccoli artisti emergenti, arriviamo a persone dall’importanza di Banksy, Marina Abramovic e Maurizio Cattelan. Il famoso writer continua a stupirci rimanendo avvolto in una nebbia di mistero nonostante i suoi cinque milioni di followers e la performer aggiorna i suoi profili social giornalmente, parlando della sua arte e sensibilizzando su tematiche importanti per la popolazione mondiale. Dobbiamo però concentrarci su Cattelan, uno degli artisti italiani più conosciuti negli ultimi vent’anni a livello mondiale, con la sua ironia e provocazione: vuole far riflettere i destinatari delle sue opere, circondandole di ironia e provocazione. Un altro fattore che lo rivela come un autore provocatorio è l’uso dei social media: infatti, non mette a disposizione un profilo classico, in cui posta tutti i suoi lavori, bensì segue un ciclo: ogni due giorni mostra un’opera e, passate le quarantotto ore, la elimina, mettendone un’altra, lasciando così un profilo quasi vuoto; grazie a questa scelta, riesce a ribadire ancora una volta una scelta artistica razionale e pulita.

Anche i musei si sono piegati all’innovazione, comparendo sui social con l’intento di avvicinare più giovani al mondo dell’arte: ad esempio, la galleria degli Uffizi offre simpatici video in cui, seguendo la classica dinamica di Tik Tok, grazie ad audio popolari ed ironici fa rivivere la maggior parte delle opere più conosciute. Chi non perderebbe pochi secondi ad ascoltare una conversazione tra diverse opere ritraenti la figura di Medusa?

Grazie alla digitalizzazione di queste collezioni possiamo parlare di social media marketing, ovvero una modalità che prevede l’incremento dell’utenza rivolta ad una categoria, in questo caso l’arte. Le strutture stanno dando importanza alla loro immagine online, capendo l’importanza di essa in ritardo: facendo un passo indietro nel tempo, arriviamo a quando Instagram era solo una solo una bozza del grande colosso che è ora e veniva ignorato da chiunque avesse un’attività, perché ritenuto una futile perdita di tempo. 

Ed ecco che l’arte riesce a sopravvivere ed a aggrapparsi in ogni ambiente, astio e non, e riesce sempre a sorprenderci ed a ribadire che è eterna, con lo scopo di farci aprire gli occhi verso la crescita. Attenzione: non bisogna mettere alla gogna il modo tradizionale di vedere l’arte perché ha creato le fondamenta su cui essa si basa al giorno d’oggi perché, altrimenti, non esisterebbe l’occhio critico ed attento che caratterizza la nostra epoca.

Grazie ad un click possiamo definire la nostra persona, le nostre idee. Con un cellulare, un tablet, un computer e, perché no, un po’ di fortuna possiamo scrivere il nostro futuro. Chiunque deve sentirsi libero di rompere gli schemi, di non rimanere nel banale e di crescere.

Allora, perché non postare quel disegno proprio ora?

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