Artisti in fuga

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di Chiara Rossi e Sara Meli

Il conflitto fra Russia e Ucraina, tra le altre cose, ha fatto riemergere il ruolo dell’artista come voce del dissenso. Sono infatti tanti gli artisti che in Russia si oppongono alle violenze sul popolo ucraino e alla censura messa in atto dal governo di Putin. Ne è un esempio lo storico Balletto del Bolshoi.

Dal sedicesimo secolo il balletto russo ha da sempre giocato un ruolo fondamentale nel mondo della danza.

Tra le compagnie spicca quella del Bolshoi, che, nata nel 1776 è anche una tra le più antiche del mondo.

Recentemente il gran teatro ha fatto parlar di sé per questioni legate alla situazione Russia-Ucraina; ballerini ed equipe hanno preso diverse posizioni nei confronti delle scelte di Putin.

Nonostante la Russia sia un Paese fisicamente distante dall’Italia, la vicenda tocca anche noi da vicino.

Il ventisettenne Jacopo Tissi, ballerino originario del Pavese, ha deciso di abbandonare la sua carica in Russia.

Jacopo Tissi

Étoile del Bolshoi da poco piú di due mesi, Jacopo, che già aveva dimostrato il suo talento all’Opera di Vienna e alla Scala di Milano, ha dichiarato di sentirsi impossibilitato a proseguire la sua carriera a Mosca.

La rinuncia al primato italiano come “stella” della compagnia, è stato il suo modo per distaccarsi dalla violenza perpetrata dal governo dello Stato di cui il Bolshoi è simbolo. 

“Come essere umano provo empatia verso tutte le persone e le loro famiglie che stanno soffrendo” ha dichiarato su Instagram “nessuna guerra può essere giustificata. Mai. (…) Non possiamo lasciare che l’odio si diffonda, anzi, il nostro mondo dovrebbe essere pieno di armonia, pace, comprensione e rispetto.” 

Come Tissi, tanti altri hanno lasciato i teatri russi in segno di protesta, tra loro l’Italiano Davide Loricchio (22 anni), ha lasciato il Mikhailovsky Ballet di San Pietroburgo giungendo dopo un viaggio tortuoso a Milano Malpensa il 3 marzo. Il ballerino è partito con due borsoni preparati in fretta e furia alle 6 del mattino alla volta di Helsinki, dove ha preso l’aereo per l’Italia.  Si è visto costretto a fuggire dal suo più grande sogno dopo gli arresti avvenuti durante le proteste per la pace, impaurito ha deciso di mettersi in salvo. 

Anche Alexei Ratmansky, coreografo e direttore artistico del Bolshoi Ballet ha abbandonato Mosca. La decisione è stata presa subito dopo l’annuncio dell’invasione dell’Ucraina. Grazie all’aiuto del teatro, Ratmansky ha raggiunto New York insieme al suo team; essendo cresciuto a Kiev e con gran parte della sua famiglia in Ucraina non ha potuto far finta di niente. Nonostante il balletto a cui stava lavorando fosse di cruciale importanza per la sua carriera e per il teatro, Alexei ha dichiarato che non ne continuerà la realizzazione finché Putin sarà al governo. 

Alexei Ratmansky

C’è però anche chi al suo sogno non rinuncia. Nicole Carrara (19 anni) dopo tanti sacrifici non vuole dire addio alla scuola che per tre anni l’ha accompagnata nella sua crescita personale e professionale. Pur comprendendo la situazione, Nicole non vuole abbandonare tutto a meno che non si trovi in pericolo imminente.

Anche il settore musicale è stato compromesso. 

A Tugan Sokhiev, direttore d’orchestra, è stato chiesto di scegliere tra i due corpi musicali che presiede: quello del Bolshoi oppure la National du Capitole de Toulouse. Ritenendo inopportuno scegliere tra due tradizioni musicali totalmente differenti a causa di un conflitto che a detta sua non dovrebbe coinvolgere il mondo artistico, ha preso la drastica decisione di abbandonare entrambe le orchestre. “Non ho mai sostenuto e sono sempre stato contrario a qualsiasi tipo di conflitto”.

Tugan Sokhiev

In tempi di censura l’ambito artistico è uno dei più colpiti, ma non tutti possono permettersi il “lusso” di scegliere di andare in un paese in cui esprimere la propria opinione non è reato. 

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